lunedì 18 maggio 2020

Kaneko Misuzu - Sakura no Ki (Il Ciliegio)

金子 みすゞ - さくらの木

もしも、母さんが叱らなきや、
咲いたさくらのあの枝へ、
ちよいとのぼつてみたいのよ。

一番目の枝までのぼつたら、
町がかすみのなかにみえ、
お伽のくにのやうでせう。

三番目の枝に腰かけて、
お花のなかにつつまれりや、
私がお花の姫さまで、
ふしぎな灰でもふりまいて、
咲かせたやうな、氣がしませう。

もしも誰かがみつけなきや、
ちよいとのぼつてみたいのよ。
Sakura no Ki

Moshimo, kaasan ga shikaranakya,
saita sakura no ano eda e,
choito nobotte mitai no yo.

Ichibanme no eda made nobottara,
machi ga kasumi no naka ni mie,
Otogi no Kuni no you deshou.

Sanbanme no eda ni koshi-kakete,
o-hana no naka ni tsutsumarerya,
watashi ga o-hana no himesama de,
fushigina hai demo furimaite,
sakaseta youna, ki ga shimashou.

Moshimo dareka ga mitsukenakya,
choito nobotte mitai no yo.

SK208-sk4092

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Il Ciliegio

Se la mamma non mi sgrida,
vorrei arrampicarmi un po'
su quei rami di ciliegio in fiore.

Arrivata al primo ramo,
vedrei tutta la città
come immersa nella nebbia,
quasi fosse il Regno delle Fiabe.

Poi, sedendomi sul terzo,
da quei petali nascosta¹,
mi parrebbe d'esser come
la Principessa dei Fiori
che li ha fatti risvegliare²
con manciate di polvere magica.³

Se nessuno lo scoprisse,
vorrei arrampicarmi fin lassù.*

¹ Lett. Circondata, avvolta dai fiori.
² Lett. Far fiorire, sbocciare.
³ Lett. Spargendo polvere miracolosa.
* Ripetizione del terzo verso (il secondo nella traduzione).


Per la traduzione ©Maggio2020 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.

lunedì 4 maggio 2020

Kaneko Misuzu - Obaasama to Jōruri (La Nonna e il Jōruri)

金子 みすゞ - お祖母樣と淨瑠璃

縫ひものしながらお祖母さまは、
いつもおはなし、きかせました。
おつる、千松、中將姫・・・、
みんなかなしい話ばかり。

お話しながらお祖母さまは、
ときどき淨留璃をきかせました。
おもひ出しても胸がいたむ、
それはかなしい調子でした。

中將姫をおもふせいか、
そのことはみんなみんな、
雪の夜のやうにおもはれます。

それももう遠いむかし、
うたの言葉はわすれました。

ただ、せつない、ひびきばかり、
ああ、いまも、水のやうに、
かなしくしづかに泌みてきます。

さらさらと、さらさらと、
ふる雪の音さへも・・・。
Obaasama to Jōruri

Nuimono shi-nagara obaasama wa,
itsumo o-hanashi, kikasemashita.
O-Tsuru, Senmatsu, Chūjō-hime...,
minna kanashii hanashi bakari.

O-hanashi shi-nagara obaasama wa,
tokidoki jōruri wo kikasemashita.
Omoidashite mo mune ga itamu,
sore wa kanashii chōshi deshita.

Chūjō-hime wo omou sei ka,
sono koto wa minna minna,
yuki no yoru no you ni omowaremasu.

Sore mo mou tooi mukashi,
uta no kotoba wa wasuremashita.

Tada, setsunai, hibiki bakari,
aa, ima mo, mizu no you ni,
kanashiku shizukani shimite kimasu.

Sarasara to, sarasara to,
furu yuki no oto sae mo...

UM221-um2189

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La Nonna e il Jōruri*

Mentre la nonna era intenta a cucire,
mi raccontava sempre delle storie:
O-Tsuru, Senmatsu, Chūjō-hime...¹
Erano tutte storie molto tristi.

E a volte, nel bel mezzo del racconto,
mi faceva ascoltare un jōruri.
Un canto pieno di malinconia²
al cui ricordo mi si stringe il cuore.

Forse è il pensiero della principessa
Chūjō, ma mi sembra che lo facesse
ogni volta nelle notti di neve.³

Ormai appartiene tutto ad un passato
molto lontano e, di quelle canzoni,
non ricordo più neanche le parole.

Resta soltanto un'eco dolorosa
che -Ah!- in questo momento mi pervade,
come l'acqua, con la sua triste quiete.

Sento persino il suono della neve
che cade e cade delicatamente...

* Il jōruri (淨瑠璃) è il racconto cantato, uno stile di recitazione narrativa caratteristico del teatro dei burattini (ningyō-jōruri 人形浄瑠璃 o bunraku 文楽).
¹ Personaggi della tradizione popolare giapponese presenti in varie opere teatrali.
O-Tsuru (おつる) è un personaggio dell'opera “Keisei Awa no Naruto” (傾城阿波の鳴門 - “Cortigiana, Naruto di Awa”, conosciuta anche come “La Tragedia di Naruto”): figlia di O-Yumi e del samurai Jūrōbē, viene lasciata alle cure della nonna quando il padre parte per Ōsaka con la moglie alla ricerca della spada perduta del suo signore. Passati dieci anni la ragazza, in viaggio per trovare i genitori, si presenta inconsapevolmente alla porta della loro casa (qui in una stampa di Toyohara Kunichika), ma la madre O-Yumi, pur avendola riconosciuta, la allontana per non metterla in pericolo (il padre era entrato in una banda di ladri ed era ricercato). Mentre O-Yumi, pentita, esce di casa alla ricerca di O-Tsuru, questa incontra il padre che, ignaro della sua identità, la trascina in casa per derubarla e la uccide (qui in una stampa di Utagawa Kunisada).
Senmatsu (千松) è un personaggio dell'opera “Meiboku Sendai Hagi” (伽羅先代萩, nota come “La Successione Contesa”): figlio di Masaoka, nutrice del giovane Tsuruchiyo (erede del daimyō -signore- di Oshu), viene istruito dalla madre ad assaggiare il cibo destinato all'erede del casato per evitare che venga avvelenato. Viene ucciso davanti agli occhi della madre da Yashio (sorella di Nikki Danjō, mente del complotto per assassinare il daimyō e suo figlio) per nascondere il tentativo di avvelenamento dopo che il bambino aveva iniziato ad accusare dolori per aver mangiato dei dolci destinati a Tsuruchiyo (scena immortalata dall'artista Utagawa Kuniyoshi in questo trittico e da Morikawa Chikashige in questa stampa).
Chūjō-hime (中將姫) è un personaggio forse realmente esistito, protagonista di favole, racconti e leggende: figlia del principe Fujiwara no Toyonari, nata per grazia del/la bodhisattva Kannon in seguito alle offerte dei genitori al tempio di Hase. Alla morte della madre, viene perseguitata dalla matrigna Iwane Gozen (o Teruhi no Mae) che ordina ad un servo di condurla sull'Hibariyama e di ucciderla, ma la ragazza fugge con l'aiuto del servo. Dopo lungo peregrinare, trova rifugio nel tempio di Taima a Nara, si fa monaca e, secondo la leggenda, in una sola notte ricama il mandala presente ancora oggi nel tempio.
² Con “kanashii chōshi” (かなしい調子) si fa probabilmente riferimento al tono lamentoso della recitazione.
³ Nel “Hibariyama Himesute Matsu” (鶊山姫捨松 - “Il Pino della Principessa abbandonata sul Monte Hibari”), come anche in altre opere teatrali, è presente la scena del “supplizio nella neve” (雪責め - Yukizeme), nella quale la principessa Chūjō viene condotta nel cortile innevato per essere bastonata. Scena immortalata da vari pittori, tra cui Toyohara Kunichika (qui), Toyohara Chikanobu (qui e qui) e Utagawa Kunisada III (qui).



Per la traduzione ©Maggio2020 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.