lunedì 29 agosto 2022

Kaneko Misuzu - Niji to Hikouki (L'Arcobaleno e l'Aeroplano)

金子 みすゞ - 虹と飛行機

町の人ははじめて
虹を見た、
飛行機見に出て
虹をみた。

しぐれの空から
飛行機は、
虹の輪のなかへと
急いでる。

わかつた、
わかつた、
飛行機は、
町の人に
この虹
みせようと、
虹から
つかひに
來たんだよ。
Niji to Hikouki

Machi no hito wa hajimete
niji wo mita,
hikouki mi ni dete
niji wo mita.

Shigure no sora kara
hikouki wa,
niji no wa no naka e to
isoide'ru.

Wakatta,
wakatta,
hikouki wa,
machi no hito ni
kono niji
miseyou to,
niji kara
tsukai ni
kita n da yo.

SK113-sk3172

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L'Arcobaleno e l'Aeroplano

Fu quando uscì a vedere
passare un aeroplano
che, per la prima volta,
la gente di città
posò lo sguardo su un arcobaleno.

Da quel cielo piovoso¹
l'aereo s'affrettava
volando lì, nel mezzo,
fin dentro l'arco dell'arcobaleno.

Ci sono, ora ho capito!
L'aereo era venuto
per mostrare alla gente
proprio l'arcobaleno,
era venuto in veste
di messaggero dell'arcobaleno!²

Versione alternativa

Uscita a vedere
passare un aereo,
la gente in città
vide [lassù in cielo]
per la prima volta
un arcobaleno.

Dal cielo piovoso¹
l'aereo sfrecciava
nel mezzo dell'arco
dell'arcobaleno.

Ci sono, ho capito!
L'aereo voleva
mostrare alla gente
quell'arcobaleno,
era un messaggero
venuto per conto
dell'arcobaleno!²
[] Aggiunta.
¹ 時雨 (shigure), pioggia di fine autunno/inizio inverno.
² Lett. Era venuto in missione (come messaggero) dall'arcobaleno.




Per la traduzione ©Agosto2022 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.

giovedì 25 agosto 2022

Kaneko Misuzu - Umi no O-miya (Il Palazzo del Mare)

金子 みすゞ - 海のお宮
— おはなしのうたの四 —

海のお宮は琅玕づくり、
月夜のやうな青いお宮、
青いお宮で乙姫さんは、
けふも一日、海みてゐます。
いつか、いつかと、海みてゐます。

いつまで見ても、
浦島さんは、
陸へかへつた
浦島さんは————

海のおくにの靜かな晝を、
うごくは紅い海くさばかり、
うすむらさきのその影ばかり。

百年たつても、乙姫さんは
いつか、いつかと、海みてゐます。
Umi no O-miya
— O-hanashi no uta no yon —

Umi no o-miya wa roukan-zukuri,
tsukiyo no youna aoi o-miya,
aoi o-miya de Oto-himesan wa,
kyou mo ichinichi, umi mite imasu.
Itsuka, itsuka to, umi mite imasu.

Itsumade mite mo,
Urashima-san wa,
oka e kaetta
Urashima-san wa————

Umi no o-kuni no shizukana hiru wo,
ugoku wa akai umikusa bakari,
usumurasaki no sono kage bakari.

Hyakunen tatte mo, Oto-himesan wa
itsuka, itsuka to, umi mite imasu.

UM020-um1036

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Il Palazzo del Mare*
— Racconti in poesia 4 —

In fondo al mare c'è un palazzo
fatto di giada¹, un verdazzurro
simile a quello della notte
illuminata dalla luna².
E nel palazzo Oto-hime
anche oggi osserva assorta³ il mare,
nella speranza che un bel giorno,
che un giorno lui faccia ritorno.(4)

Ma, per quanto resti a guardare,
Urashima, Urashima-san
che era tornato sulla terra...(5)

Nelle giornate sempre quiete
[lì in fondo], nel regno del mare,
si muove solo l'alga rossa
con la sua ombra viola tenue.

Anche trascorsi ormai cent'anni,
la principessa osserva il mare,
nella speranza che un bel giorno,
che un giorno lui faccia ritorno.

¹ Lett. Il palazzo del mare è fatto di giada.
² Lett. Simile a una notte di luna.
³ Lett. Per tutto il giorno.
(4) Lett. Che un giorno, prima o poi. L’oggetto dell'attesa è esplicitato nella strofa successiva.
(5) Conoscendo l’epilogo della storia, risulta chiara l'impossibilità del ritorno.

* Si tratta del 竜宮 (ryūgū), il Palazzo del Drago, luogo fantastico presente nella storia di Urashima Tarō (浦島太郎).
   Nella versione dell'Otogi-zōshi (御伽草子), il giovane pescatore Tarō un giorno trova nella sua rete quattro tartarughe. Ritenendo ingiusto ucciderle (per la loro longevità), le rilascia nel mare augurandosi che si ricordino del suo gesto.
   Il giorno successivo incontra una bella donna su una barca che gli racconta di essere scampata a una tempesta e che lo prega di accompagnarla nel luogo in cui era diretta. Giunto sul posto, scopre trattarsi del Palazzo del Re Drago e che la donna è in realtà una principessa. La principessa propone quindi al giovane di vivere nel palazzo come suo sposo e lui accetta di buon grado.
   Trascorsi lì tre anni, colto dalla nostalgia per il suo villaggio e impensierito dalla sorte dei genitori, Tarō decide di lasciare il palazzo. Alla partenza, come regalo di commiato, riceve dalla principessa uno scrigno con la raccomandazione che non venga mai aperto.
   Tornato sulla terra, il giovane scopre con amara sorpresa che la permanenza nel palazzo era durata ben 700 anni e nessuna delle persone che conosceva era più in vita da molto tempo. Disperato, senza sapere cos’altro fare, apre lo scrigno che gli era stato donato, dal quale fuoriesce una nuvola bianca che rilascia su di lui in un istante i suoi anni reali. Ormai divenuto un vecchio decrepito, Tarō si tramuta in una gru e vola verso il monte Hōrai (蓬莱山), dimora degli immortali.
   Nella versione presente nel Man'yōshū (万葉集 o 萬葉集), il giovane parte dopo aver promesso di fare ritorno al palazzo l'indomani. Non trovando più la sua casa, apre lo scrigno pensando così di vederla riapparire (この箱を開きて見てば もとのごと家はあらむと) e muore poco dopo essere diventato vecchio.
   Nella versione popolare del racconto, Tarō salva una tartaruga dalle molestie di alcuni bambini e per riconoscenza viene da questa condotto in fondo al mare, nel Palazzo del Drago, dove trascorre diversi giorni in bagordi assieme alla sua ospite, rivelatasi essere Oto-hime (乙姫).




Per la traduzione ©Agosto2022 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.

giovedì 18 agosto 2022

Kaneko Misuzu - Nenne no Kisha (Il Treno della Nanna)

金子 みすゞ - ねんねの汽車

ねんねん寢る子は汽車に乘る、
ねんねの駅を汽車は出る。

汽車の通るは夢のくに、
なんきん玉の地の上の、
赤い線路をひた走り。

月は明るし、雲は紅、
硝子の塔のてつぺんに、
ちらりと白い星も出る。

みんなお窓に見て過ぎて、
おめざの駅へ汽車は着く。

お夢のくにのお土產は、
誰も持つては歸れない。
お夢のくにへゆくみちは、
ねんねの汽車が知るばかり。
Nenne no Kisha

Nennen neru ko wa kisha ni noru,
nenne no eki wo kisha wa deru.

Kisha no tooru wa yume no kuni,
nankindama no chi no ue no,
akai senro wo hitahashiri.

Tsuki wa akarushi, kumo wa beni,
garasu no tou no teppen ni,
chirari to shiroi hoshi mo deru.

Minna o-mado ni mite sugite,
omeza no eki e kisha wa tsuku.

O-yume no kuni no o-miyage wa,
daremo motte wa kaerenai.
O-yume no kuni e yuku michi wa,
nenne no kisha ga shiru bakari.

SO068-so5094

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Il Treno della Nanna

I bimbi che fanno la ninna
salgono tutti sopra un treno
e il treno fa la sua partenza
dalla stazione della nanna.

Attraversa il regno dei sogni
correndo su binari rossi
sopra una terra di perline.

All'imbrunire delle nuvole,
quando la luna splende [in cielo],
in cima a una torre di vetro
spuntano bianche anche le stelle.

Mentre tutti passano il tempo
coi loro sguardi ai finestrini,
il treno arriva [alla sua meta],
alla stazione degli omeza¹.

Nessuno può portare via
regali dal regno dei sogni.
Soltanto il treno della nanna
è a conoscenza della via
che porta lì, al regno dei sogni.

[] Aggiunta.
¹ お目覚 (omeza), dolce dato ai bambini al risveglio.




Per la traduzione ©Agosto2022 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.