giovedì 25 agosto 2022

Kaneko Misuzu - Umi no O-miya (Il Palazzo del Mare)

金子 みすゞ - 海のお宮
— おはなしのうたの四 —

海のお宮は琅玕づくり、
月夜のやうな青いお宮、
青いお宮で乙姫さんは、
けふも一日、海みてゐます。
いつか、いつかと、海みてゐます。

いつまで見ても、
浦島さんは、
陸へかへつた
浦島さんは————

海のおくにの靜かな晝を、
うごくは紅い海くさばかり、
うすむらさきのその影ばかり。

百年たつても、乙姫さんは
いつか、いつかと、海みてゐます。
Umi no O-miya
— O-hanashi no uta no yon —

Umi no o-miya wa roukan-zukuri,
tsukiyo no youna aoi o-miya,
aoi o-miya de Oto-himesan wa,
kyou mo ichinichi, umi mite imasu.
Itsuka, itsuka to, umi mite imasu.

Itsumade mite mo,
Urashima-san wa,
oka e kaetta
Urashima-san wa————

Umi no o-kuni no shizukana hiru wo,
ugoku wa akai umikusa bakari,
usumurasaki no sono kage bakari.

Hyakunen tatte mo, Oto-himesan wa
itsuka, itsuka to, umi mite imasu.

UM020-um1036

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Il Palazzo del Mare*
— Racconti in poesia 4 —

In fondo al mare c'è un palazzo
fatto di giada¹, un verdazzurro
simile a quello della notte
illuminata dalla luna².
E nel palazzo Oto-hime
anche oggi osserva assorta³ il mare,
nella speranza che un bel giorno,
che un giorno lui faccia ritorno.(4)

Ma, per quanto resti a guardare,
Urashima, Urashima-san
che era tornato sulla terra...(5)

Nelle giornate sempre quiete
[lì in fondo], nel regno del mare,
si muove solo l'alga rossa
con la sua ombra viola tenue.

Anche trascorsi ormai cent'anni,
la principessa osserva il mare,
nella speranza che un bel giorno,
che un giorno lui faccia ritorno.

¹ Lett. Il palazzo del mare è fatto di giada.
² Lett. Simile a una notte di luna.
³ Lett. Per tutto il giorno.
(4) Lett. Che un giorno, prima o poi. L’oggetto dell'attesa è esplicitato nella strofa successiva.
(5) Conoscendo l’epilogo della storia, risulta chiara l'impossibilità del ritorno.

* Si tratta del 竜宮 (ryūgū), il Palazzo del Drago, luogo fantastico presente nella storia di Urashima Tarō (浦島太郎).
   Nella versione dell'Otogi-zōshi (御伽草子), il giovane pescatore Tarō un giorno trova nella sua rete quattro tartarughe. Ritenendo ingiusto ucciderle (per la loro longevità), le rilascia nel mare augurandosi che si ricordino del suo gesto.
   Il giorno successivo incontra una bella donna su una barca che gli racconta di essere scampata a una tempesta e che lo prega di accompagnarla nel luogo in cui era diretta. Giunto sul posto, scopre trattarsi del Palazzo del Re Drago e che la donna è in realtà una principessa. La principessa propone quindi al giovane di vivere nel palazzo come suo sposo e lui accetta di buon grado.
   Trascorsi lì tre anni, colto dalla nostalgia per il suo villaggio e impensierito dalla sorte dei genitori, Tarō decide di lasciare il palazzo. Alla partenza, come regalo di commiato, riceve dalla principessa uno scrigno con la raccomandazione che non venga mai aperto.
   Tornato sulla terra, il giovane scopre con amara sorpresa che la permanenza nel palazzo era durata ben 700 anni e nessuna delle persone che conosceva era più in vita da molto tempo. Disperato, senza sapere cos’altro fare, apre lo scrigno che gli era stato donato, dal quale fuoriesce una nuvola bianca che rilascia su di lui in un istante i suoi anni reali. Ormai divenuto un vecchio decrepito, Tarō si tramuta in una gru e vola verso il monte Hōrai (蓬莱山), dimora degli immortali.
   Nella versione presente nel Man'yōshū (万葉集 o 萬葉集), il giovane parte dopo aver promesso di fare ritorno al palazzo l'indomani. Non trovando più la sua casa, apre lo scrigno pensando così di vederla riapparire (この箱を開きて見てば もとのごと家はあらむと) e muore poco dopo essere diventato vecchio.
   Nella versione popolare del racconto, Tarō salva una tartaruga dalle molestie di alcuni bambini e per riconoscenza viene da questa condotto in fondo al mare, nel Palazzo del Drago, dove trascorre diversi giorni in bagordi assieme alla sua ospite, rivelatasi essere Oto-hime (乙姫).




Per la traduzione ©Agosto2022 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.