lunedì 31 gennaio 2022

Kaneko Misuzu - Kobutori (Cacciabitorzi)

金子 みすゞ - こぶとり
— おはなしのうたの一 —

正直爺さんこぶがなく、
なんだか寂しくなりました。
意地悪爺さんこぶがふえ、
毎日わいわい泣いてます。

正直爺さんお見舞いだ、
わたしのこぶがついたとは、
やれやれ、ほんとにお氣の毒、
も一度、一しよにまゐりましよ。

山から出て來た二人づれ、
正直爺さんこぶ一つ、
意地悪爺さんこぶ一つ、
二人でにこにこ笑つてた。
Kobutori
— O-hanashi no uta no ichi —

Shoujiki-jiisan kobu ga naku,
nandaka sabishiku narimashita.
Ijiwaru-jiisan kobu ga fue,
mainichi waiwai naite'masu.

Shoujiki-jiisan o-mimai da,
watashi no kobu ga tsuita to wa,
yareyare, honto ni o-ki no doku,
mo ichido, issho ni mairimasho.

Yama kara dete kita futari-zure,
shoujiki-jiisan kobu hitotsu,
ijiwaru-jiisan kobu hitotsu,
futari de nikoniko waratte'ta.

UM015-um1028

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Cacciabitorzi*
— Racconti in poesia 1 —

Il vecchio bonaccione,
senza più il suo bitorzo,
era un po' sconsolato.
Il vecchio brontolone,
che ne aveva più d'uno¹,
ogni giorno piangeva disperato.

Il buon vecchietto allora
andò da lui a trovarlo:
“Quello che hai m'appartiene.
Dio mio, che dispiacere!²
Proviamoci di nuovo, andiamo insieme!”³

Ed una volta usciti
fuori dalla montagna,
sia il vecchio bonaccione
che il vecchio brontolone
ridevano felici,
ognuno con il suo bitorzolone.(4)

¹ Lett. Che aveva più bitorzi.
² Lett. Mi dispiace molto che tu abbia il mio bitorzo.
³ Lett. Andiamoci (sott. dagli oni) di nuovo insieme.
(4) Lett. I due, usciti dalla montagna, ridevano tra di loro, il vecchio onesto con un bitorzo, il vecchio scorbutico con un bitorzo.

* Per comprendere il senso della poesia è indispensabile conoscere il racconto originale da cui è stato preso spunto.
  I protagonisti della favola 瘤取り (Kobutori), conosciuta anche come 瘤取り爺さん (Kobutori-jiisan) e presente nella terza parte del primo rotolo dello 宇治拾遺物語 (Uji shūi monogatari) con il titolo 鬼に瘤を取られる事 (Oni ni kobu wo torareru koto - la storia del bitorzo tolto dagli oni), sono due vecchietti, uno gentile ed onesto (正直 - shōjiki), l'altro indolente e scorbutico (意地悪 - ijiwaru). Entrambi hanno una protuberanza ( - kobu) delle dimensioni di una grossa arancia kōji (大柑子 - ōkōji) su una guancia.
  Un giorno il vecchio gentile viene sorpreso da un temporale in montagna e trova riparo nell'incavo di un albero, dove si addormenta. Giunta la notte, il vecchio viene attirato dalla musica di un banchetto di oni (in altre versioni sono dei tengu) e inizia a ballare. Affascinato dalla sua danza, il capo degli oni gli impone di intrattenerli di nuovo la notte successiva, prendendo in pegno ciò che ritiene essere di gran valore per il vecchio, ovvero il suo bitorzo.
  Il vecchio, tornato alla sua casa, racconta l'accaduto al vicino scorbutico che si reca quella notte stessa dagli oni per cercare di farsi togliere la sua protuberanza. Dimostratosi tuttavia incapace di danzare, viene punito con la restituzione dell'altro bitorzo.

  In questo suo seguito ideale, Kaneko-san racconta che il vecchio gentile, sentendo la mancanza del suo bitorzo e provando pena per la condizione del vicino, torna insieme al vecchio scorbutico dagli oni riottenendo il suo kobu per la felicità di entrambi.

  Di questo racconto/favola esistono anche diverse versioni animate. Vale la pena di menzionare il cortometraggio del 1929 瘤取り (che potete trovare qui) e il primo episodio della serie del 1975 まんが日本昔ばなし (Manga Nippon Mukashibanashi) dal titolo こぶとり爺さん (che potete trovare qui).




Per la traduzione ©Gennaio2022 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.

giovedì 13 gennaio 2022

Kaneko Misuzu - Suzume (I Passeri)

金子 みすゞ - 雀

ときどき私はおもふのよ。

雀に御馳走してやつて、
みんな馴らして名をつけて、
肩やお掌にとまらせて、
よそへあそびに行くことを。

けれどもぢきに忘れるの。
だつて、遊びはたくさんで、
雀のことなんか忘れるの。

思ひ出すのは夜だもの、
雀のゐない夜だもの。

いつも私のおもふこと、
もしか雀が知つてたら、
待ちぼけばつかししてるでしよ。

わたし、ほんとにわるい子よ。
Suzume

Tokidoki watashi wa omou no yo.

Suzume ni gochisou-shite yatte,
minna narashite na wo tsukete,
kata ya o-tete ni tomarasete,
yoso e asobi ni iku koto wo.

Keredomo jiki ni wasureru no.
Datte, asobi wa takusan de,
suzume no koto nanka wasureru no.

Omoidasu no wa yoru da mono,
suzume no inai yoru da mono.

Itsumo watashi no omou koto,
moshika suzume ga shitte'tara,
machiboke bakkashi shite'ru desho.

Watashi, honto ni warui ko yo.

SO003-so5010

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I Passeri

Di tanto in tanto penso...

...di andar fuori a giocare,
dar da mangiare ai passeri,
e poi ammaestrarli tutti
dando a ciascuno un nome,
farli posare in spalla
oppure sulle mani.

Ma, in un batter di ciglia,
l'ho già dimenticato.*
Per i tanti altri giochi,
io mi scordo dei passeri.

Me ne ricordo solo
di notte, quando ormai
loro non ci son più.

Se i passeri sapessero
quello che ho sempre in mente,
starebbero soltanto
invano ad aspettare.

Sono proprio, davvero
una bimba cattiva.

* Lett. Me ne dimentico subito.


Per la traduzione ©Gennaio2022 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.