domenica 31 luglio 2022

Kaneko Misuzu - Kyonen no Kyou (In Questo Giorno, un Anno Fa)

金子 みすゞ - 去年のけふ
— 大震記念日に* —

去年のけふは今ごろは、
私は積木をしてました。
積木の城はがらがらと、
見るまに崩れて散りました。

去年のけふの、夕方は、
芝生のうへに居りました。
黒い火事雲こはいけど、
母さんお瞳がありました。

去年のけふが暮れてから、
せんのお家は燒けました。
あの日届いた洋服も、
積木の城も燒けました。

去年のけふの夜更けて、
火の色映る雲の間に、
しろい月かげ見たときも、
母さん抱いてて呉れました。

お衣もみんなあたらしい、
お家もとうに建つたけど、
あの日の母さんかへらない。
今年はさびしくなりました。**
Kyonen no Kyou
— Taishin kinenbi ni —

Kyonen no kyou wa imagoro wa,
watashi wa tsumiki wo shite'mashita.
Tsumiki no shiro wa garagara to,
miru ma ni kuzurete chirimashita.

Kyonen no kyou no, yuugata wa,
shibafu no ue ni orimashita.
Kuroi kaji-gumo kowai kedo,
kaasan o-meme ga arimashita.

Kyonen no kyou ga kurete kara,
sen no o-uchi wa yakemashita.
Ano hi todoita youfuku mo,
tsumiki no shiro mo yakemashita.

Kyonen no kyou no yoru fukete,
hi no iro utsuru kumo no ma ni,
shiroi tsukikage mita toki mo,
kaasan daite'te kuremashita.

O-bebe mo minna atarashii,
o-uchi mo tou ni tatta kedo,
ano hi no kaasan kaeranai.
Kotoshi wa sabishiku narimashita.

* 大正十二年の関東大震災。その記念日は大正十三年九月一日であった。
** 2004年の『金子みすゞ童謡全集』の三冊目の単行本には、最後の二つの行が下のように載っている。
去年のきょうの、母さまよ、(kyonen no kyou no, kaasama yo,)
私はさびしくなりました。(watashi wa sabishiku narimashita.)

SK026-sk3046

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In Questo Giorno, un Anno Fa
— Nell'anniversario del grande terremoto* —

Adesso, in questo giorno, un anno fa,
stavo giocando coi blocchi di legno.
Ho visto il mio castello di blocchetti
crollarmi in un istante sotto gli occhi.¹

Di sera, in questo giorno, un anno fa,
me ne stavo [seduta] sopra il prato.
I nuvoloni neri degli incendi
mettevano paura, ma con me
c'era sempre lo sguardo della mamma.

Alla fine del giorno, un anno fa,
erano già bruciate mille case.
Come pure i vestiti occidentali
che erano arrivati qui in giornata,
come il castello di blocchi di legno.

Di notte, in questo giorno, un anno fa,
guardando i bianchi raggi della luna
in mezzo a quelle nuvole infuocate²,
la mamma mi stringeva tra le braccia.

Ora i vestiti³ sono tutti nuovi,
le case ormai da tempo costruite,
ma la mamma di allora non c'è più.(4)
Ed io quest'anno mi sento più sola.**

[] Aggiunta.
¹ 見るまに (miru ma ni) significa “a vista d'occhio”, “velocemente”. がらがら (garagara) è un'onomatopea che riproduce il rumore di qualcosa che si sgretola, che crolla.
² Lett. Che riflettevano/rimandavano il colore del fuoco.
³ Viene utilizzato il termine del linguaggio infantile おべべ (o-bebe).
(4) Lett. Non ritornerà.

* Il grande terremoto del Kantō del 1923. L'anniversario cadeva quindi il primo giorno di settembre del 1924.
** Nel terzo volume dell'edizione del 2004 (金子みすゞ童謡全集, JULA, pag.48), gli ultimi due versi sono riportati nel seguente modo:
去年のきょうの、母さまよ、(mamma di questo giorno d'un anno fa,)
私はさびしくなりました。(io sono rimasta/diventata sola.)




Per la traduzione ©Luglio2022 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.

venerdì 22 luglio 2022

Kaneko Misuzu - Issun-boushi (Issun-bōshi)

金子 みすゞ - 一寸法師
— おはなしのうたの三 —

一寸法師でなくなつた
一寸法師のお公卿さま、
お馬に乗つて、行列で
うまれ故郷へおかへりだ。

父さん、母さん、にこにこと、
一寸法師のおむかへに、
ちひさなお駕籠を仕立てましよ、
駕籠舁きやすばやい野ねずみだ、
えつさ、えつさと出てみれば、
おや、おや、大したお行列、
どなた樣ぢやとよく見れば、

一寸法師でなくなつた
一寸法師のお公卿さま。
Issun-boushi
— O-hanashi no uta no san —

Issun-boushi denaku natta
Issun-boushi no o-kuge-sama,
o-uma ni notte, gyouretsu de
umare-kokyou e o-kaeri da.

Tousan, kaasan, nikoniko to,
Issun-boushi no o-mukae ni,
chiisana o-kago wo shitatemasho,
kagokakya subayai nonezumi da,
Essa, essa to dete mireba,
Oya, oya, taishita o-gyouretsu,
Donata-sama ja to yoku mireba,

issun-boushi denaku natta
Issun-boushi no o-kuge-sama.

UM018-um1034

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Issun-bōshi*
— Racconti in poesia 3 —

Il nobile Issun-bōshi,
ora non più issun-bōshi¹,
decise di tornare
al villaggio natale
in groppa al suo cavallo, in pompa magna².

Sia il babbo che la mamma,
felici di riaverlo,
posero all'occorrenza³
un mini palanchino,
che aveva a portantini
degli agili topini di campagna.(4)

Ma uscendo -Oh issa, issa-,
-Ohibò!(5)- c'era gran ressa.
E, ad osservare bene
chi fosse quel signore,

era il kuge(6) Issun-bōshi,
ora non più soltanto un issun-bōshi.(7)

¹ Non più ragazzo alto un sun.
² Lett. In corteo.
³ Lett. Prepararono per accoglierlo.
(4) In questa versione della storia i genitori erano ignari dell'avvenuto cambiamento.
(5) おやおや (oyaoya), espressione di stupore.
(6) 公卿 (kuge), nobile di corte.
(7) Ripetizione dei primi due versi.

* Il “ragazzo sun”, protagonista dell'omonimo racconto contenuto nell'Otogi-zōshi (御伽草子), raccolta del periodo Muromachi.
   Venuto al mondo per concessione di Sumiyoshi Daimyōjin (住吉大明神 - la potente divinità di Sumiyoshi) in seguito alle preghiere di una coppia di contadini di Naniwa (antico nome di Ōsaka), alla nascita si presenta non più alto di un sun (circa 3 cm). E tale rimane fino all’adolescenza, quando, a bordo di una ciotola provvista di bacchette per navigare lungo il fiume, decide di recarsi nella capitale (all’epoca Kyōto) per diventare un bushi, armato di un ago col fodero di paglia.
   Nella versione dell’Otogi-zōshi, questa decisione non è spontanea ma motivata dalla frustrazione del giovane, rimasto amareggiato dopo l’ascolto di una conversazione in cui i genitori si domandavano se la condizione e l’esistenza stessa del ragazzo non fossero una punizione loro inferta dalla divinità per qualche peccato commesso.
   Giunto non senza incontrare difficoltà al porto di Toba, Issun-bōshi entra al servizio del nobile Sanjō-no-Saishō (三条の宰相 - il ministro di Sanjō), mostrando subito interesse per la sua giovane figlia. Intenzionato a sposarla, il ragazzo, ora sedicenne, escogita un piano: preso del riso per le offerte e messolo in un sacchetto da tè, lo sparge attorno alla bocca della giovane mentre questa dorme, per poi lamentarsi della cosa con il padrone. Il padre, infuriato per il comportamento indecoroso della figlia, mostratasi indegna di rimanere nella capitale, ordina a Issun-bōshi di ucciderla. Ma il ragazzo lo convince a risparmiarle la vita e i due salpano dal porto di Toba alla volta di Naniwa.
   Durante il viaggio, a causa dei venti sfavorevoli, sono costretti ad approdare su un’isola misteriosa, all’apparenza disabitata. Qui fanno la comparsa due oni che minacciano di rapire la fanciulla. Issun-bōshi, intervenuto in sua difesa, viene divorato da uno degli oni, ma riesce ad uscirne indenne punzecchiando il povero malcapitato dall’interno. I due oni, terrorizzati dalla pertinacia di quello che reputano un minuscolo ossesso, fuggono via, lasciandosi dietro, tra le altre cose, l’uchide-no-kozuchi (打出の小槌), il maglio magico che fa apparire tutto ciò che si desidera. Dopo aver ottenuto, agitando il maglio, una statura adeguata, l’ora non più issun-bōshi chiede del cibo (non mangiavano da giorni), delle ricchezze e una barca per fare ritorno nella capitale.
   Le peripezie del giovane giungono ben presto all’orecchio dell’imperatore, che lo invita a corte. Impressionato dalla bellezza e dal portamento del ragazzo, l’imperatore ordina di farne indagare le origini, venendo a sapere essere nipote di Horikawa-no-Chūnagon (堀河の中納言 - il consigliere di Horikawa) da parte di padre e di Fushimi-no-Shōshō (伏見の少将 - il maggior generale di Fushimi) da parte di madre. Così, dopo essere stato insignito del titolo di Horikawa-no-Shōshō, Issun-bōshi può finalmente sposare la sua amata.




Per la traduzione ©Luglio2022 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.

martedì 5 luglio 2022

Kaneko Misuzu - Yama to Sora (Cielo e Montagne)

金子 みすゞ - 山と空

もしもお山が硝子だつたら、
私も東京が見られませうに。
お汽車で
   行つた、
    兄さんのやうに。

もしもお空が硝子だつたら、
私も神さまが見られませうに。
天使に
   なつた
    妹のやうに。
Yama to Sora

Moshimo o-yama ga garasu dattara,
watashi mo Toukyou ga miraremashou ni.
O-kisha de
      itta,
       niisan no you ni.

Moshimo o-sora ga garasu dattara,
watashi mo Kamisama ga miraremashou ni.
Tenshi ni
      natta
       imoto no you ni.

SO242-so6156

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Cielo e Montagne

Se le montagne fossero di vetro,
anch'io potrei vedere Tōkyō.
Come il mio fratellone
      che è andato lì col treno.

Se la [volta] del cielo fosse vetro,
anch'io potrei vedere Dio.
Come la sorellina
      che è diventata un angelo.

[] Aggiunta.



Per la traduzione ©Luglio2022 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.

venerdì 1 luglio 2022

Kaneko Misuzu - Nakunatta Mono (Quello Che è Andato Perso)

金子 みすゞ - 失くなつたもの

夏の渚でなくなつた、
おもちやの舟は、あの舟は、
おもちやの島へかへつたの。
  月のひかりのふるなかを、
  なんきん玉の渚まで。

いつか、ゆびきりしたけれど、
あれきり逢はぬ豊ちやんは、
そらのおくにへかへつたの。
  蓮華のはなのふるなかを、
  天童たちにまもられて。

そして、ゆふべの、トランプの、
おひげのこはい王さまは、
トランプのお國へかへつたの。
  ちらちら雪のふるなかを、
  おくにの兵士にまもられて。

失くなつたものはみんなみんな、
もとのお家へかへるのよ。
Nakunatta Mono

Natsu no nagisa de nakunatta,
omocha no fune wa, ano fune wa,
omocha no shima e kaetta no.
     Tsuki no hikari no furu naka wo,
     nankindama no nagisa made.

Itsuka, yubikiri-shita keredo,
arekiri awanu Hou-chan wa,
sora no o-kuni e kaetta no.
     Renge no hana no furu naka wo,
     tendoutachi ni mamorarete.

Soshite, yuube no, trump no,
o-hige no kowai ousama wa,
trump no o-kuni e kaetta no.
     Chirachira yuki no furu naka wo,
     o-kuni no heishi ni mamorarete.

Nakunatta mono wa minna minna,
moto no o-uchi e kaeru no yo.

SK141-sk3210

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Quello Che è Andato Perso

La mia barchetta¹, quella persa
d'estate in spiaggia, è ritornata
nella sua isola dei giochi.
     Sotto il chiarore della luna,
     fino a una spiaggia di perline.

Hou-chan², che un giorno aveva fatto
insieme a me giurin giurello
ma che poi non ho più rivisto,
è ritornata lassù in cielo³.
     In mezzo ai petali (4) di loto,
     protetta da puttini [alati].

E il re che ieri (5) era nel mazzo,
con quella barba spaventosa,
sarà [di certo] pure lui
tornato al suo regno di carte.
     Nel cader lento della neve,
     protetto dai propri soldati.(6)

Tutto quello che è andato perso
ritorna alla sua vecchia casa.(7)

[] Aggiunte.
¹ Lett. Barca giocattolo.
² Tanabe Hohoyo (田辺豊々代), grande amica di Kaneko-san. Anche dopo il suo abbandono della scuola per motivi di salute, continuarono a coltivare il loro rapporto di amicizia scambiandosi delle lettere. Morì di malattia in giovane età.
³ Lett. Nel paese del cielo.
(4) Lett. Fiori.
(5) Lett. Ieri sera.
(6) Lett. Soldati del paese/regno.
(7) Lett. Casa d'origine.




Per la traduzione ©Luglio2022 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.