sabato 31 agosto 2019

Kaneko Misuzu - Trump no O-uchi (La Casa di Carte)

金子 みすゞ - トランプのお家

トランプの札でお家を
つくりませう。
お室はみんな裏むきで、
床のもやうがうつくしく、
ダイヤの一が電燈です。

お庭にやスペード、クラブの木、
ハートの花もちらちらと。

トランプの札のお家にや
誰が棲む。
四人の王と四人の女王のそのなかで、
きらはれもののスペードの、
王と女王を棲ませませう。

トランプの札のお家を
こはしませう。
ボンボン時計が五つ鳴り、
ねえやが箒を持つて來た。
Trump no O-uchi

Trump no fuda de o-uchi wo
tsukurimashou.
O-heya wa minna uramuki de,
yuka no moyou ga utsukushiku,
dia no ichi ga denki desu.

O-niwa nya spade, club no ki,
heart no hana mo chirachira to.

Trump no fuda no o-uchi nya
dare ga sumu.
Yonin no ou to yonin no joou no sono naka
kirawaremono no spade no,              [de,]
ou to joou wo sumasemashou.

Trump no fuda no o-uchi wo
kowashimashou.
Bonbon-dokei ga itsutsu nari,
neeya ga houki wo motte kita.

SO016-so5030

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La Casa di Carte

Farò una casa
con un mazzo di carte.
In ogni stanza,
col retro per motivo,
verranno fuori
splendidi pavimenti;
l'asso di quadri¹
farà da lampadario.

E nel giardino
ci saranno degli alberi
di picche e fiori,
e sparsi un po' qua e là
fiori di cuori.

Chi abiterà la casa?²
Tra i quattro re
e le quattro regine,
i detestati
re e regina di picche.³

Butterò giù
la mia casa di carte.
Già batte il pendolo
il suo quinto rintocco:
ecco arrivare
la serva* con la scopa.

¹ Il termine dia (ダイヤ, daiya) sta per diamond, il seme di quadri.
² Lett. Chi vivrà nella casa di carte?
³ Lett. La farò abitare ai detestati re e regina di picche.
* Neeya (ねえや), giovane domestica nel linguaggio familiare. Il termine "serva" va inteso nell'accezione di "donna delle pulizie" (lo utilizzava spesso mia nonna, che faceva la serva in casa d'altri).



Per la traduzione ©Agosto2019 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.

mercoledì 7 agosto 2019

Kaneko Misuzu - Shouji (Shōji)

金子 みすゞ - 障子

お部屋の障子は、ビルディング。

しろいきれいな石づくり、
空まで届く十二階、
お部屋のかずは、四十八。

一つの部屋に蝿がゐて、
あとのお部屋はみんな空。

四十七間の部屋部屋へ、
誰がはいつてくるのやら。

ひとつひらいたあの窓を、
どんな子供がのぞくやら。

―窓はいつだか、すねたとき、
指でわたしがあけた窓。

ひとり日永にながめてりや、
そこからみえる青空が、
ちらりと影になりました。
Shouji

O-heya no shouji wa, building.

Shiroi kireina ishizukuri,
sora made todoku juuni-kai,
o-heya no kazu wa, yonjuuhachi.

Hitotsu no heya ni hae ga ite,
ato no o-heya wa minna kara.

Yonjuunana-ma no heya heya e,
dare ga haitte kuru no yara.

Hitotsu hiraita ano mado wo,
donna kodomo ga nozoku yara.

―Mado wa itsudaka, suneta toki,
yubi de watashi ga aketa mado.

Hitori hinaga ni nagamete'rya,
soko kara mieru aozora ga,
chirari to kage ni narimashita.

UM003-um1010

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Shōji*

Lo shōji della stanza
è proprio un bel palazzo

fatto di pietre bianche,
coi suoi dodici piani
che raggiungono il cielo
e un numero di stanze
che ammonta a quarantotto.

In una c'è una mosca,
le altre son tutte vuote.

Chissà chi entrerà in quelle
quarantasette stanze.

Che bimbi sbirceranno
dalla finestra aperta?

―Aperta con un dito
quand'ero un po' imbronciata.

Mentre in un lungo giorno**
me ne stavo a fissarlo
da sola, il cielo azzurro
che si vede da lì
d'un tratto s'è adombrato.

* Pannello verticale scorrevole in carta di riso su telaio di legno.
** Hinaga (日永) è un termine stagionale (季語, kigo) che indica la primavera.
Ho unito nello stesso periodo i primi quattro versi. Lett. Lo shōji della stanza è un palazzo.//Una bella costruzione in pietre bianche,/dodici piani che arrivano fino al cielo,/il numero delle stanze è quarantotto.



Per la traduzione ©Agosto2019 Francesco Segola
Vietata la riproduzione della traduzione senza il mio consenso.